Arte e fotografia, scegliendo di raccontare alcuni aneddoti legati alle opere e agli autori che sono diventati celebri nell’affascinante universo creativo …

Iniziamo con uno dei dipinti più famosi di Vermeer: La ragazza con l’orecchino di perla (anche conosciuta come la ragazza col turbante).
Questo soggetto ha affascinato critici e appassionati d’arte di tutto il mondo. Il mistero? Chi fosse la donna ritratta: forse un’amante? Una semplice modella? In realtà la giovane rappresentata sembra fosse la figlia del pittore olandese. Questo dipinto fu realizzato a cavallo tra il 1665 e 1666 ed è oggi conservato nella Mauritshuis dell’Aia. È l’opera più conosciuta dell’artista olandese anche grazie ad un popolare libro e al conseguente film che hanno reso il quadro di Vermeer una vera e propria icona pop.
Con piacere passo alla fotografia, “forma d’arte” in Italia ancora troppo sottovalutata.
Parliamo del libro di Helmut Newton “White Women” del 1974. Proprio per il titolo venne accusato, come ampiamente previsto dall’autore e dall’editore, di razzismo e per tutta risposta Newton, ancora una volta tagliente nell’esprimere il proprio giudizio sulle critiche disse: «Ma quale razzismo, è un bellissimo titolo, tanto più che non c’è neanche una donna nera in tutto il volume …».


Rimaniamo nel mondo dell’obbiettivo ricordando un fotografo italiano che è stato capace di entrare nella storia e nel cuore di molti e che il Covid ci ha portato via troppo presto, Giovanni Gastel: origine aristocratica, nipote di Luchino Visconti. La sua convinzione di morire da giovane, lo spinge a mettersi in gioco e non lasciar nulla di incompiuto: teatro, recitazione, regia scrittura. A 17 anni ha già pubblicato il suo primo libro di poesie (Casbah) e un romanzo, la fotografia, il fashion system nel quale inciampa quasi per caso. Sorride quando racconta il suo primo arrivo su un set importante, era quello di Gianfranco Ferrè, e l’assistente dello stilista, trovandosi di fronte un uomo, essendo convinto che dovesse arrivare una fotografa, ad alta voce pronuncia una frase, che sarà il benvenuto per Giovanni nel patinato mondo della moda: “Dove cazzo è questa Gastel”.

L’alcol è sempre stato il punto debole di Jackson Pollock …
Una sera, preso dall’ebbrezza alcolica, entrò con l’auto nel giardino di un ricco uomo d’affari, deturpandogli il prato a cui pare tenesse tantissimo. Alle proteste infuriate del proprietario di casa, Pollock, beffardo, gli rispose di star tranquillo che sarebbe tornato a mettere la sua firma, così avrebbe potuto venderla come l’immensa opera d’arte di un grande artista americano.
Si mormora che Jackson Pollock non sapesse disegnare o quanto meno il suo stile e il suo livello tecnico si discostavano molto da quello accademico. Ma è proprio questa “mancanza” ad averlo spinto verso una nuova forma di espressione artistica.
Facciamo un salto indietro di qualche secolo è incontriamo un altro artista decisamente fuori dagli schemi del bon ton …
Caravaggio veniva spesso arrestato e portato nel carcere romano di Tor di Nona. Forse l’accusa più buffa che lo riguarda è stata quella che nel 1604 lo vide denunciato per aver lanciato un piatto di carciofi in faccia a un garzone d’osteria. Molti lo ritenevano folle o pazzo per il suo modo di vestirsi con indumenti consunti e sporchi, per il suo “look” completamente ribelle e poco curato, per le cattive abitudini (bere, giocare clandestinamente per soldi e altre cose). La sua personalità era stata influenzata da avvenimenti che avrebbero destabilizzato molti, basti pensare che a soli tredici anni, da solo, aveva dovuto affrontare la vita di una città grande e difficile come Milano. Non ha mai avuto amici veri, tranne uno: il suo amato cane, l’unico essere del quale si fidava ciecamente.


Chiudo questo breve articolo con due personaggi iconici Andy Warhol e Mick Jagger …
Di seguito il testo della lettera che il leader dei Rolling Stone scrisse ad Andy Warhol ringraziandolo per aver accettato di creare la cover del loro album. Peccato che Warhol una volta accettato l’incarico, non segua le indicazioni di Jagger; dando origine a un’opera molto provocatoria per il periodo decidendo di mettere in copertina un paio di jeans indossati da un uomo con la cerniera in evidenza, apribile. Era il 1971, quando uscì in tutti i negozi di dischi “Sticky Fingers”, creando non pochi problemi considerato che furono molti gli Stati a vietarlo o a censurarlo ,ma nonostante questo l’album scala le classifiche mondiali e rimane uno degli album più di successo e provocatori dei Rolling Stones.
“Caro Andy, sono molto contento che tu voglia creare l’artwork per il nostro nuovo album.
Qui ci sono due scatole di materiale che puoi utilizzare per il tuo lavoro e il disco. Nella mia breve esperienza, ho imparato che più complicato è il formato dell’album, per esempio in numero di pagine o di un inserto, più la riproduzione va a farsi f*****e e si ritarda. Ma, detto questo, lascio tutto nelle tue sapienti mani, fai come meglio credi … ti prego di scrivermi per dirmi quanti soldi vuoi. Ti contatterà a New York un certo signor Al Steckler per ogni questione. Lui molto probabilmente sarà nervoso e ti dirà ‘Sbrigati’, tu dagli poco peso.
Love, Mick.
Come sempre, trovo gradevole raccontare l’arte attraverso aneddoti e curiosità che, se ricordati al momento giusto, possono rendere le conversazioni interessanti e stimolare il dialogo.