Roma: fino al 1° aprile 2024 Palazzo Bonaparte
Spazio Generali Valore Cultura
Piazza Venezia 5

Olandese inquieto, riservato e indubbiamente geniale, Escher è l’artista che, con le sue incisioni e litografie, ha avuto e continua ad avere la capacità unica di trasportarci in un mondo immaginifico e impossibile, dove si mescolano arte, matematica, scienza, fisica e design.
Sembra che gli anni più felici di Maurits Cornelis Escher siano stati quelli vissuti a Roma. E proprio qui, a Palazzo Bonaparte, gli viene dedicata una mostra con oltre trecento opere tra le più complete mai realizzate. A Trastevere l’incisore e grafico olandese trascorse ben dodici anni, dal 1923 al 1935, e qui fu fortemente influenzato da paesaggi, scorci e architetture romane.
Dagli anni Cinquanta in poi le sue incisioni su legno, litografie e mezzetinte ebbero un grande successo e tutt’oggi Escher è amato da chi conosce l’arte, ma anche da chi è appassionato di matematica, geometria, scienza, design, grafica. Nelle sue opere confluiscono una grande vastità di temi, e per questo nel panorama della storia dell’arte rappresenta un unicum. Chi non ha in mente le sue infinite scale che mai salgono e mai scendono? Le grafiche labirintiche o le palle di vetro? Tra le chicche di che rendono questa esposizione notevole, una ricostruzione dello studio che Escher aveva a Baarn in Olanda che, qui a Roma, espone al suo interno i vari strumenti originali con i quali il maestro produceva le sue opere e il cavalletto portatile che lo stesso Escher portò con sé nel suo peregrinare per l’Italia.

Maurits Cornelis Escher, Mano con sfera riflettente, 1935 – Litografia, 31,8×21,3 cm – Collezione Maurits, Bolzano; All M.C. Escher works © 2023 The M.C. Escher Company. All rights reserved – www.mcescher.com
Il periodo romano ebbe una forte influenza su tutto il suo lavoro successivo che lo vide prolifico nella produzione di litografie e incisioni soprattutto di paesaggi, scorci, architetture e vedute di quella Roma antica e barocca che lui amava indagare nella sua dimensione più intima, quella notturna, alla luce fioca di una lanterna.
Le notti passate a disegnare, seduto su una sedia pieghevole e con una piccola torcia appesa alla giacca, sono annoverate da Escher tra i ricordi più belli di quel periodo. In mostra a Palazzo Bonaparte, infatti, sarà presente anche la serie completa dei dodici Notturni romani prodotta nel 1934.
Escher fu introdotto nell’ambiente romano dal suo amico ed estimatore Godefridus Johannes Hoogewerff, direttore dell’allora Istituto Storico Olandese, che lo spinse a seguire le lezioni di storia dell’arte di Adolfo Venturi presso l’Università La Sapienza di Roma e ad approfondire la sua conoscenza dell’arte antica. Hoogewerff mise Escher in contatto anche con il Gruppo Romano Incisori Artisti, la cui sede era a Palazzo Venezia, dove nel 1926 Federico Hermanin, fondatore del gruppo, gli organizzò una mostra personale. Attraverso il suo amico Haas-Triverio, un artista svizzero conosciuto a Siena, che viveva a Roma, Escher ebbe modo di vedere l’opera di Balla ed altri artisti contemporanei ed entrare nel circolo formatosi intorno alla rivista “L’Eroica”.
La città eterna ha ispirato molte delle sue opere tra cui la serie di dodici xilografie del 1934, descritta come Roma notturna, e qui esposta per intero, realizzata a partire dagli schizzi abbozzati di notte (riteneva che la notte rendesse i dettagli architettonici più evidenti) grazie a una torcia e a un cavalletto da viaggio. Un altro riferimento a quel periodo, si trova per esempio nella celebre opera Mano con sfera riflettente dove viene riprodotto fedelmente il suo studio di via Alessandro Poerio 122. Ogni anno Escher intraprendeva un viaggio attraverso l’Italia e nel Mediterraneo per riprodurne i magnifici paesaggi: Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo ecc., spesso in compagnia dell’amico ed artista svizzero Giuseppe Haas Triverio.
A seguito della crescente oppressione del movimento fascista, si trasferì dapprima in Svizzera nel 1935, poi nel 1937 a Uccle in Belgio, e infine nel 1941 a Baarn, nei Paesi Bassi. Quello tra Escher è l’Italia è un legame indissolubile. In Italia visse probabilmente gli anni più felici: qui si sposò, creò una famiglia e raccolse i primi successi professionali; questo trapela dai suoi diari, dalle fotografie ma soprattutto dalle sue opere. Anche dopo la svolta artistica verso soggetti astratti, nella composizione dell’immagine ritroviamo frequenti rievocazioni del paesaggio italiano. A causa del clima politico sfavorevole dovuto all’inasprimento del regime fascista, Escher lasciò definitivamente l’Italia nel 1935, stabilendosi in Svizzera già dall’estate di quell’anno.
Artista scoperto in tempi relativamente recenti, Escher ha conquistato milioni di visitatori nel mondo grazie alla sua capacità di parlare ad un pubblico molto vasto. La mostra di Roma si configura come un evento eccezionale che presenta al pubblico, oltre ai suoi capolavori più celebri, anche numerose opere inedite mai esposte prima.
Un’antologica che comprende l’ormai iconica Mano con sfera riflettente (1935), Vincolo d’unione (1956), Metamorfosi II (1939), Giorno e notte (1938), la celebre serie degli Emblemata, e tantissime altre.

Maurits Cornelis Escher
Relatività, 1953
Litografia, 27,7×29,2 cm
Collezione privata, Italia
All M.C. Escher works © 2019 The M.C. Escher
Company. All rights reserved
La mostra, col patrocinio del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata e Consolato Generale del Regno dei Paesi Bassi, è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con la M. C. Escher Foundation e Maurits ed è curata da Federico Giudiceandrea – uno dei più importanti esperti di Escher al mondo – e Mark Veldhuysen, CEO della M.C. Escher Company.
Il biglietto costa 16 euro.
Orari: dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30 > venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00
Festività e aperture straordinarie: domenica 31 marzo 9.00 – 21.00. Lunedì 1 aprile 9.00 – 21.00
La biglietteria chiude un’ora prima
Informazioni e prenotazioni
Tel. 06 8715 111