Museo Revoltella, fino al 7 aprile 2024
Antonio Ligabue, uno degli artisti italiani più umani e commoventi del Novecento, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.


Il Museo Revoltella di Trieste ospita la mostra dedicata ad Antonio Ligabue, uno dei più grandi artisti italiani del ‘900 in una vita sfortunata, sopraffatta dal dolore e dalla follia, dalla disperata solitudine, ma capace di rendere eterne le sue emozioni attraverso una pittura potente ed emozionante.
Dopo i successi delle mostre Escher, Monet e gli Impressionisti di Normandia, i Macchiaioli, Cracking Art e I Love Lego, questa volta si scommette su questo grande nome della storia dell’arte, con un artista considerato “borderline” in vita, oggi amatissimo dal grande pubblico.
Antonio Ligabue, uno degli artisti italiani più umani e commoventi del Novecento, con la sua vita così travagliata, escluso dal resto della sua gente, legato visceralmente al mondo naturale e animale e lontano dal giudizio altrui, riuscì a imprimere sulla tela il suo genio creativo; un uomo, talmente folle e unico, che con la sua asprezza espressionista riesce ancora oggi a penetrare nelle anime di chi ammira le sue opere.
Con le sue pennellate così corpose, sfuggenti e cariche di sentimenti ardenti, Antonio Ligabue – con i paesaggi, i galli, le fiere e gli intensi e numerosi autoritratti – dipinge l’esperienza originaria dell’uomo; la sua arte porta in sé la visione di una forza interiore, la dimensione della memoria.
Segnato da una vita tormentata, vive un’inquietudine inesorabile, un disadattamento personale che riesce a superare solo dipingendo, una fuga dall’inferno di una realtà che non lo ha mai accolto e lui stesso non ha mai compreso, si sente escluso da una società creata dagli uomini, vive una solitudine senza appigli che riesce a scongiurare solo attraverso la pittura.
Tutto questo è raccontato perfettamente, attraverso oltre sessanta opere, in un percorso cronologico curato da Francesco Negri e Francesca Villanti, in cui sono narrate le diverse tappe dell’opera dell’artista. La mostra, prodotta da Arthemisia, è promossa e organizzata dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismo FVG in collaborazione con Comune di Gualtieri e Fondazione Museo Antonio Ligabue. La mostra vede come special partner Ricola.

“Mi dicono che sono sporco, pazzo, irresponsabile e analfabeta. Solo perché non seguo la massa degli obbedienti, non ascolto i proclami del potere, non mi drogo con la televisione, non mi faccio prendere per il culo dai politici e tanto meno dai giornalisti. Mi dicono che non valgo nulla, come se il valore fosse dettato dall’obbedienza, dal silenzio della violenza, dal mettersi in ginocchio davanti ai governanti, dal copiare gli altri artisti, dal seguire le loro leggi. E allora io rispondo, se questo è il vostro valore, allora io sono ben lieto di non valere nulla, di essere un semplice pazzo analfabeta senza valore”. (Antonio Ligabue)
Orario apertura: dal lunedì alla domenica e festivi dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Martedì chiuso.
Domenica 31 marzo 9.00 alle ore 19.00. Lunedì 1 aprile 9.00 alle ore 19.00.
(La biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: intero €15,00; ridotto €13,00; open €16,00. Informazioni e prenotazioni 040 982781.